21/04/2017

 

Le Statuine del Pitrè

 
PROGETTO DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DELLA COLLEZIONE DEI VENDITORI AMBULANTI E DEI MESTIERI
 
In occasione della restituzione nel mese di aprile 2017 al Museo Pitrè di opere in polimaterico, affidate al Laboratorio di Restauro del Crpr, viene oggi proposto il testo di una indagine effettuata, fino ad oggi non pubblicata.
 
L’indagine riguarda il progetto di conservazione e restauro della collezione “Venditori ambulanti”, risalenti al XIX-XX sec. I Laboratori scientifici del CRPR hanno condotto le indagini propedeutiche agli interventi di pulitura e schedatura; in particolare il Laboratorio di Biologia ha studiato le alterazioni riscontrate sulle statuine riconducibili all’attacco di biodeteriogeni, procedendo, come da protocollo, in situ con osservazioni preliminari e prelievi di campioni significativi, in laboratorio con le relative indagini diagnostiche. 
La collezione comprende 22 statuine di natura polimaterica con base lignea, rivestite da tessuti di origine sia animale che vegetale, oltre che da vari materiali organici quali pelle, paglia, capelli, ecc. facilmente soggetti all’attacco di biodeteriogeni. 
Al preliminare esame visivo, tutti i manufatti si presentavano piuttosto sporchi e polverosi, in alcuni casi con lacerazioni e depositi di natura abiotica, ma anche con evidenti segni di infezioni ed infestazioni in atto. In corrispondenza delle alterazioni osservate (macchie, formazioni granulose o polverulente, fori di sfarfallamento, depositi di rosume, presenza di larve o esuvie d’insetti), sono stati effettuati prelievi non distruttivi finalizzati sia alle analisi microbiologiche ed entomologiche, che alla caratterizzazione delle fibre costituenti gli abiti di alcune statuine.
 
I risultati delle indagini hanno confermato la presenza di una colonizzazione biologica, sia da parte di micro che di macro organismi responsabili di fenomeni di biodeterioramento. Le analisi microbiologiche (condotte sia con osservazione diretta al M.O. di campioni posti a fresco su vetrino, sia dopo analisi colturale dei prelievi a tampone) hanno permesso di individuare diversi taxa fungini afferenti a diversi generi. In particolare il Chaetomium globosum Kunze e Myxotrichum chartarum Kunze. sono due microrganismi di cui in letteratura è nota l’attività cellulosolitica, hanno sicuramente contribuito a determinare i fenomeni di fragilità, sbiadimento e perdita di consistenza riscontrati sugli abiti, realizzati per la maggior parte con tessuti di origine vegetale, ricchi appunto di cellulosa.
In alcune delle statuine che presentavano basi o altri elementi di natura lignea, le indagini entomologiche hanno evidenziato infestazioni, pregresse e in atto, di insetti xilofagi, documentabili tramite il riscontro di fori di sfarfallamento, rosume, esuvie, larve ed anche insetti integri non più vitali. Ma la natura polimaterica dei manufatti ha fornito un substrato idoneo all’attacco da parte di vari tipi di insetti infestanti.
Per quanto riguarda l’analisi delle fibre, si è operato in maniera minimale e non distruttiva, prelevando frammenti di tessuto o soltanto di filato, ove era evidente una zona di degrado. I campioni sono stati studiati in microscopia ottica e stereoscopica, con caratterizzazione dei tipi di intrecci, della torsione dei filati e delle fibre osservate.
Sono inoltre state redatte le schede biologiche descrittive dei più rappresentativi tra i micro e macro organismi biodeteriogeni  riscontrati sui manufatti in interesse.
 
 
in PDF l’indagine scientifica completa -
 
 
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